Le ipotesi sulle cause della malattia sono varie, ma non è stata ancora individuata una certa, sebbene siano trascorsi due secoli da quando il dottor James Parkinson la diagnosticò per la prima volta (1817)
le cause la diagnosi
Le cause
Le ipotesi sulle cause della malattia sono varie, ma non è stata ancora individuata una certa, sebbene siano trascorsi due secoli da quando il dottor James Parkinson la diagnosticò per la prima volta (1817). Le ultime ipotesi si orientano in due direzioni: cause ambientali e cause genetiche. Numerosi studi epidemiologici hanno dimostrato come l’esposizione a fattori quali metalli pesanti e pesticidi aumenti il rischio di sviluppare la malattia. Tuttavia, dopo molti anni di esclusione di una possibile patogenesi ereditaria, anche le tesi genetiche stanno trovando solidi riscontri, grazie a recenti studi su famiglie e gemelli.
Le diagnosi
Ad oggi non esistono ancora né test diagnostici strumentali, né marcatori biologici specifici per la Malattia di Parkinson. Pertanto il più importante strumento diagnostico rimane la valutazione clinica di un medico neurologo. Dopo aver escluso altre patologie con sintomi simili a quelli del Parkinson, il Neurologo formula un’ipotesi diagnostica, tenendo in considerazione la storia clinica del paziente e una dettagliata valutazione neurologica. Gli esami prescritti più comunemente sono il la Tomografia Computerizzata (TC), la Risonanza Magnetica Nucleare (RMN), la Tomografia a Emissioni di Positroni (PET), la Tomografia Computerizzata a Emissione di Fotone Singolo (SPECT). In ogni caso la conferma clinica della diagnosi di Malattia di Parkinson è la risposta positiva alle terapie apposite.